CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI
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Capitolo 991

– Isole Debank

Un’intensa discussione sulla strategia militare si svolse all’interno della stanza del capitano della Tigre Scarlatta, alla quale solo pochi poterono partecipare.

Leylin, in quanto responsabile, si sedette naturalmente a capotavola, con Isabel e Tiff ai lati. A fianco di Isabel c’erano Robin Hood, Ronald, Karen e gli altri leader dei pirati. Al fianco di Tiff sedevano gli esponenti dell’organizzazione che Leylin aveva creato nel nord. Tra loro, erano compresi i fedeli del diavolo e diavoli veri. Anche se cercavano di nasconderlo, la loro aura suscitava tra i pirati una sensazione di pericolo e di disagio.

Accanto ai devoti adoratori del diavolo c’erano alcuni sacerdoti, superiori per livello, con facce truci. Quei sacerdoti erano come dei piccoli semi che Leylin aveva piantato e cesciuto. Sebbene fossero giovani, stavano già iniziando a mostrare tratti misericordiosi e gentili e non sembravano essere compatibili con i diavoli. Tuttavia, stavano ancora seduti tutti insieme, creando un’atmosfera piuttosto interessante.

Quei due gruppi erano faccia a faccia per la prima volta e non potevano fare a meno di studiarsi l’un l’altro. Lì riunite si trovavano le menti migliori delle schiere di Leynin, quelle che davano forma alla sua nascente chiesa e all’ esercito. Rappresentavano anche il capitale che Leylin stava investendo per combattere contro l’impero nativo e naturalmente doveva creare tra loro una certa intesa.

Dopo che le lunghe introduzioni furono completate, Leylin emise un leggero colpo di tosse. Subito dopo, nella stanza calò il silenzio.

“Isabel, presenta la situazione corrente.” Leylin chiamava sempre Isabel per nome nelle occasioni ufficiali e sarebbe stato qualcosa che avrebbe continuato a fare anche dopo che era diventato un dio. Per esseri longevi come loro, le relazioni di sangue e simili erano inutili. L’unico interesse era l’immoralità.

“Uno dei gruppi di pirati sotto il mio controllo ha scovato l’impero nativo. Si trova su una grande isola, dalle dimensioni di due o tre regni come Dambrath messi insieme e nelle sue vicinanze ci sono sempre pericolose tempeste e correnti oceaniche. C’è solo un breve periodo ogni anno in cui le navi possono attraversare con successo l’area, motivo per cui il loro contatto con il mondo esterno è minimo. I miei sottoposti ora hanno una chiara idea del percorso delle correnti e hanno creato un percorso preciso per la spedizione…”

Identificare le correnti oceaniche e le rotte marittime era un’abilità fondamentale per i pirati sotto il comando di Isabel. Vivendo in costante rapporto con il mare, la loro capacità di navigare e determinare la loro posizione in qualsiasi ora del giorno superava di gran lunga quella dei navigatori delle normali navi mercantili.

Essendo il più grande capitano nei mari esterni, Isabel aveva naturalmente molte persone di talento a sua disposizione. Una volta determinata la posizione, identificare le rotte di spedizione era un compito semplice. Ci sarebbe voluto però un po’ di tempo e rischiosi tentativi prima di raggiungere l’obiettivo.

“Hss!” Il discorso di Isabel fece immediatamente rantolare i sottomessi di Tiff. “La grandezza di due o tre Regni di Dambrath? Quella zona è già un piccolo continente!”

“Il Regno di Dambrath è composto da circa un milione di persone. Anche la stima più prudente conta che la popolazione nativa oltrepassi i 2 milioni. Dobbiamo affrontarne così tanti, che paura!”

Il semplice rapporto provocò sguardi inquieti sui volti di alcuni pirati. Dopotutto, avevano meno di diecimila uomini, per uno di loro ce n’erano cento degli avversari. Se non fosse stato per il loro vantaggio navale e per la ottimale rotta di spedizione, avrebbero già pensato di fuggire.

“Calma!” urlò Tiff. “State per caso cercando di umiliarvi di fronte al nostro padrone? O le vostre menti sono così deboli?”

Le severe domande insieme alla sua leggendaria potenza fecero immediatamente calmare tutti.

Leylin agitò le braccia con noncuranza. “Anche se ci sono molti nativi, non cambia niente. Saprete come vanno le cose una volta che arriviamo a terra.”

Persino nel mondo in cui Leylin aveva già vissuto, i colonialisti nel momento della scoperta avevano conquistato le Americhe usando solo centinaia o addirittura decine di uomini. Con migliaia di criminali, pirati e molti altri, avevano conquistato l’intero continente. Cortéz ad esempio aveva usato solo un migliaio di persone per conquistare quindici milioni di Aztechi in soli cinque anni.

Quell’impero nativo non era molto diverso dall’impero azteco del suo vecchio mondo, una civiltà arretrata piena di ferocia e ignoranza. Con i loro progressi nella civiltà e nella tecnologia, conquistare terre di grandi dimensioni, abitate da un popolo arretrato, non era diverso dal macellare un maiale grasso.

E, cosa più importante, con un “dio” come Leylin dalla loro parte, quale possibilità di fallimento c’era? Essendo un essere divino, Leylin aveva un’aura invisibile di ampie dimensioni. Vedendo la sicurezza del loro signore, tutti i timori furono dissipati.

Leylin annuì dopo aver ristabilito l’ordine, permettendo a Isabel di continuare a esporre ciò che sapeva dell’impero nativo.

“Sulla base delle nostre solite pratiche, ho chiamato questa isola di recente scoperta Isola Debank. Sappiamo di un impero nativo nel centro chiamato Sakartes, che si traduce come ‘il sole che non tramonta mai’. Occupa gran parte della pianura dell’isola, con una popolazione di circa un milione e mezzo. Ci sono alcune tribù in guerra attorno all’impero di Sakartes, perlopiù loro sudditi. Complessivamente, raggiungono circa i cinque o seicentomila…”

Isabel evidentemente dava molta imporanza a simili informazioni, avendo impiegato molte energie per raccoglierne di così precise sull’impero di Sakartes. Sebbene fossero guerrieri preparati, alcuni di loro rimasero a bocca aperta quando sentirono che avrebbero dichiarato guerra a circa due milioni di persone.

Osservando le azioni dei suoi subordinati, Isabel esclamò freddamente con tono condiscendente: “Hehe… non è niente, cose senza cervello! Non sono due milioni di nemici, ma piuttosto due milioni di schiavi sani! Ci sono anche innumerevoli tesori da saccheggiare e terre fertili da vincere!”

Fu allora che il resto dei pirati reagì, ricordando i fragili nativi. Avevano preso quelle persone come schiavi, quindi evidentemente sapevano che solo la vista delle loro lame poteva spaventarle fino all’asservimento totale. Non avrebbero resistito, non importava come fossero stati frustati, a volte un singolo supervisore poteva gestirne centinaia alla volta. Ora, trascurando il loro numero, i pirati avevano finalmente cambiato atteggiamento, riconoscendo la propria grande superiorità.

“Esattamente! Questi nativi sono così fragili. Di cosa c’è da avere paura? Inoltre, non dobbiamo dichiarare guerra a tutti loro contemporaneamente. Possiamo lavorare dalle tribù circostanti, sopprimere alcuni gruppi perché lavorino per noi e lasciare che si uccidano tra loro…” Ronald parlò a bassa voce. “Se conquistiamo una terra così grande, o anche solo il dieci percento di essa, tutti voi sarete in grado di ottenere quantità inimmaginabili di ricchezza e, ottenuta una terra di vostra proprietà, acquisire il titolo di nobili…”

I pirati avevano sempre vissuto le loro vite in prima linea. Sentendo un’offerta così allettante, i loro respiri cominciarono a diventare sempre più affannati e i loro occhi diventarono iniettati di sangue.

“Esatto… Con il nostro Regno gestito dai Marchesi, la mia famiglia ha l’autorità di conferire titoli. Quando arriverà il momento, sicuramente non sarò avaro…” La promessa di Leylin fece immediatamente rallegrare i pirati. La tentazione di diventare nobili avrebbe convinto quegli umili uomini a lavorare senza risparmiarsi.

La gente di Tiff cominciò a diventare un po’ irrequieta. Dopo tutto, anche i membri del clero avevano bisogno di mangiare e bere e condurre una vita sicura e confortevole.

“È un ordine del nostro Signore, dobbiamo conquistare l’impero nativo e diffondere la sua fede lì!” annunciò Tiff con aria cupa.

“Per il nostro Maestro!” gli altri cominciarono a pregare devotamente.

Più decisi e uniti di prima, tutti i convenuti lasciarono la stanza ordinatamente. Solo Tiff e Isabel rimasero indietro.

“Non importa se ci sono dieci volte più nativi di noi, ma… il Maestro ha mai pensato alla possibilità che siano protetti dagli dei?” chiese solennemente Tiff. Era un argomento che Leylin aveva cercato con tutte le sue forze di evitare.

“Mm, anche io voglio metterti in guardia. Nelle poche tribù native dei mari esterni ci sono dei totem di fede. Alcuni erano addirittura paragonabili a leggendari o semidei…” Isabel parlò con tono serio. Dal loro punto di vista, non importava quanto inutili potessero essere gli indigeni, avrebbero potuto comunque aver e uno o due dei veri. Sarebbe stato terribile.

Dopotutto, Leylin era un semplice essere divino. La crudeltà delle battaglie divine era cosa famosa, se ne narra in molti poemi storici e saghe poetiche.

“Non te ne devi preoccupare. L’isola Debank ha alcune religioni native ed esseri divini, ma c’è solo un semidio al massimo e nemmeno uno vero… Inoltre, gli dei del continente non hanno alcun interesse per la fede degli indigeni…” garantì Leylin.

Quando si trattava di dei, era ovviamente quello con più esperienza. Dopo aver sentito le sue parole, Isabel e Tiff si calmarono. Sebbene ci fosse un grande divario tra lui e i veri dei, non c’era molta differenza tra un essere divino e un semidio.

Sebbene ancora titubanti, Isabel e Tiff non fecero più domande. Gli dei avevano sempre i loro secreti…

Anche Leylin non aveva intenzione di condividere i suoi piani. Quando rimse solo, andò sul fondo della stiva e vide un gruppo di schiavi nativi raggruppati per la paura. Nei preparativi per quella spedizione, questi nativi sarebbero stati i traduttori e i comunicatori. Ciò avrebbe avvicinato Leylin e i suoi ai popoli nativi, sperando così di poterli conquistare on minore difficoltà.

Trad: MasseChan

Edit: myriam

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