– Ci incontriamo di nuovo
“Hanno intenzione utilizzare la manipolazione genetica per eliminare tutti gli umani senza particolari abilità, il loro piano è utilizzare l’Albero della Vita per controllare le loro menti e assoggettare il mondo al loro volere. Tutta questa malvagità… è di gran lunga peggiore di quella dell’antico impero, che ha perpetuato terribili angherie contro il suo stesso popolo.”
Dagli occhi di Clive trapelava un incredibile senso di giustizia, “Alcuni dei militari che avevano accesso ai dettagli del progetto non riuscirono ad accettare tutto questo. Così abbiamo unito le nostre forze e formato un’organizzazione segreta, con lo scopo di combattere tutto il marciume della famiglia imperiale!”
Ad ogni parola il suo volto si arrossava sempre di più e la sua voce cresceva di tono. Senza il disturbatore di frequenza cardiaca qualcuno si sarebbe di certo accorto della loro presenza.
Bobbi gli credeva, più o meno, ma fece una smorfia e incrociò le braccia, “Che peccato che tuo fratello fosse completamente allo scuro di questa storia.”
A quelle parole, Clive sembrò perdere tutto il coraggio e i suoi occhi si riempirono di nostalgia e dolore, “Javis… è uno dei motivi che mi hanno spinto ad iniziare questa rivolta. Guardate.”
Si sfilò dal collo una collana d’argento da cui pendeva un ciondolo ovale. Dentro c’era una foto di famiglia.
Si vedevano tre bambini, due dei quali assomigliavano molto a Clive e Javis.
“Questo è nostro fratello,” disse, indicando un ragazzo dai capelli rossicci in piedi da un lato. Era il più basso dei tre e indossava una maglietta a scacchi. Sembrava un tipo introverso.
“All’inizio andavamo molto d’accordo, ma quando entrammo a far parte dell’esercito io feci un errore, dettato dalla compassione, che rese nostro fratello un vegetale. Ha perso ogni capacità di intendere e di volere.” Così Clive rivelò il suo segreto.
“La sua situazione è molto complessa, ci sono in mezzo diversi aspetti della sua anima. Nemmeno le tecnologie più avanzate dell’Impero sono riuscite a risolvere il problema. Da quel giorno Javis ha cominciato ad odiarmi. È diventato a poco a poco sempre più violento e imprevedibile, si è unito alle Forze Speciali e ha usato tutta questa situazione a suo vantaggio per salire rapidamente di grado…”
Senza sapere bene perché, Xavier provò un’improvvisa compassione per quei due fratelli.
“Cos’ha a che fare la morte di tuo fratello con la tua fedeltà all’impero?” commentò argutamente Bobbi, poi si portò una mano alla bocca, “Possibile che… sia a causa del Progetto X?”
“No, si tratta dell’Albero della Vita creato dall’impero…”. in quel momento, mentre rivelava come se nulla fosse delle informazioni così riservate, Clive stava sembrava davvero un traditore, “il progetto prevede di impiantare, con la forza e attraverso la magia, il Tessuto Oscuro direttamente negli esseri umani, vogliono utilizzare le Ombre Rapide come veicolo. Così, la famiglia reale potrà ottenere il controllo sui loro pensieri e persino sulle loro anime! E, alla fine, tutti gli uomini che vivono nel Mondo delle Ombre saranno unificati in un’unica mente collettiva e daranno vita ad un essere straordinario…
È per questo che Javis è fedele all’Impero. L’Albero della Vita è l’ultima speranza per nostro fratello, l’impianto del Tessuto Oscuro scatenerebbe un’ondata di incredibile potere, che potrebbe riportalo in vita. E poi, l’Impero ha promesso una certa autonomia alle anime di chi possiede un grado più alto, ecco perché molti rimangono fedeli. Un impero sotto il loro controllo, senza un’opinione pubblica o qualsiasi tipo di resistenza, che li lascia liberi di fare ciò che vogliono. In pratica, il paradiso!”
Clive fece un sorriso beffardo.
“In teoria, anche tu avresti diritto a farne parte, no? Non sarebbe fantastico? Così potresti vivere felice insieme ai tuoi fratelli per sempre…”, gli domandò Xavier.
Clive esitò per un secondo, poi accarezzò il pendente che teneva in mano. “Il mio unico desiderio è vedere mio fratello riprendersi. Per questo, potrei sacrificare tutto quello che ho. Ma sono sicuro che lui non sarebbe felice di risvegliarsi in un mondo così oscuro…”
Fece un profondo sospiro, “Ho sbagliato una volta, non ho intenzione di fare due volte lo stesso errore. Siete disposti ad unirvi a noi in questa guerra?”
“Il tuo discorso fa acqua da tutte le parti,” disse Bobbi con disprezzo. Proprio quando Xavier stava per abbandonare la speranza di concludere il negoziato, aggiunse, “ma un agente sotto copertura dell’impero avrebbe saputo mettere su una storia molto migliore della tua. Per questo ti credo… per il momento.
Sappiamo bene che i nostri popoli si sono spesso scontrati in passato, così spesso da arrivare ad odiarsi a vicenda. È impossibile riuscire a muoversi di comune accordo, penso che per il momento dovremo limitarci al massimo allo scambio di informazioni.” Era un’analisi ragionevole. Dopotutto, l’odio tra l’Alleanza della Linea di Sangue e l’impero non era cosa di pochi giorni.
“Sono d’accordo” disse Clive annuendo.
“Dunque… ecco cosa ci serve sapere. I portatori della linea di sangue che si trovavano nel bus del Turista Stellare, dove sono stati portati? Inclusi i vecchi e i giovani.”
“All’Istituto di Ricerca della Montagna Argentata, vicino a Kerallen. Queste sono le coordinate…” Clive svendette le informazioni delle Forze Speciali senza esitazione. Forse voleva guadagnarsi velocemente la fiducia di Bobbi.
“È un centro di addestramento ed un centro logistico delle Forze Speciali. Negli ultimi tempi sono stati colpiti duramente, probabilmente stanno raccogliendo sangue fresco per allenarsi. Le speranze di sopravvivenza sono alquanto alte. Abbiamo anche le password di accesso per alcune entrate centrali, grazie a qualche soldato che è passato dalla nostra parte.”
“Cosa mi dici di mia sorella? Anche Jill si trova lì?” disse Clive afferrando Clive per il braccio, con gli occhi pieni di speranza.
“Jill? Mi dispiace, non conosco nessuno che si chiami così…” disse Clive ritirandosi con dolcezza, “Ma se tua sorella è giovane ed è stata mandata alla capitale imperiale, questo vuol dire che le sue capacità innate sono estremamente alte. È molto probabile che sia stata mandata lì.”
“Grandioso!”. Sentendo quelle parole, Clive strinse risoluto il pugno e disse nel suo cuore “Jill, mamma, papà… presto sarò da voi!”.
“Se avete bisogno di qualche altra informazione, andate alla strada del Fiore Oroviola e cercatemi lì. Mi troverete nell’edificio 377. Il proprietario è invalido, vi basterà dire ‘Apriti Tulipano’ e lui capirà subito cosa siete andati a fare.
Alla fine della spiegazione, Clive ripose rapidamente il disturbatore di frequenze cardiache e scomparve nell’oscurità.
Bobbi e Xavier rimasero lì fermi per qualche secondo, poi il dispositivo di comunicazione attaccato al colletto di Bobbi si accese, “Il bersaglio se n’è andato, sorella. E nelle vicinanze non c’è traccia di un’imboscata.”
Molto bene, lasciate andare quel vecchio… penso proprio ci si possa fidare di lui. Mandate la squadra di salvataggio!” Diverse figure emersero lentamente dall’oscurità e formarono un cerchio intorno a loro, cogliendo Clive di sorpresa.
Se Bobbi avesse avuto il sospetto che stesse mentendo, forse Clive si sarebbe davvero preso una pallottola in testa.
“Mettiti in contatto con Genius!”
Uno dei suoi uomini si accovacciò e tirò fuori un trasmettitore. Bobbi vi inserì un disco, che aveva ricevuto da Clive, e lo spedì a Genius, “Genius! Questa è la mappa dell’Istituto di Ricerca della Montagna Argentata, insieme ad alcune password. Entro mezzora dovete eliminare il loro firewall e paralizzare la loro base.”
“Nessun problema! Dopotutto, io SONO un genio…” disse il giovane sullo schermo, poi fece una faccia dispiaciuta e un po’ seccata, che gli diede un’aria da mascalzone, “maledetta, perché mi hai dato tutte le password? Potevo craccarle da solo! È come prepararsi allo scontro con il boss finale e poi decidere di usare i trucchi…”
“Zitto e lavora!” Bobbi chiuse la trasmissione e si girò verso Xavier. “Come ci muoviamo adesso? Stiamo parlando della capitale imperiale, con le guardie più forti dell’intero regno. Te la senti di fare qualcosa di grandioso?”
“Cosa c’è di cui aver paura?” sbottò Xavier. In realtà, un po’ di paura la aveva. Ma con la sua famiglia intrappolata lì, non aveva altra scelta.
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Quando Bobbi arrivò all’Istituto di Ricerca della Montagna Argentata, con le migliori guardie dell’Alleanza della Linea di Sangue alle spalle pronte a scendere in battaglia, si trovò davanti uno scenario del tutto inaspettato. Non c’era nessun soldato lì, la base era stata completamente distrutta.
“Cosa è successo qui? Possibile che qualcuno ci abbia preceduto?” lo sguardo di Bobbi era carico di ansia e di sospetto. Non le veniva in mente nessuno così impavido da voler attaccare quella basa, a parte loro ovviamente.
“Il Covo delle Streghe? Ma non ci sono tracce di un attacco magico. I Cavalieri della Tavola Rotonda o l’Associazione delle Arti Marziali? Dubito che abbiano tempo e risorse per preoccuparsi dei nemici dopo che i loro capi e i membri più importanti sono stati dimezzati… non riescono nemmeno a badare a loro stessi.”
Vagliarono ogni possibilità.
“Le tracce sembrano abbastanza recenti, sarà stata una piccola forza o forse addirittura un’unica persona!”. Un esploratore fece ritorno e li avvisò, “l’Impero risponderà a breve. È meglio evacuare la zona il prima possibile…”
Bobbi stava per concordare con lui, quando vide una sagoma farsi avanti dall’entrata dell’Istituto. Non appena riconobbe la figura familiare, il suo sguardo preoccupato scomparve all’istante. Bobbi esclamò con voce sollevata.
“Crowley!”
“Mm. Ho sterminato le Forze Speciali e fatto portare al sicuro tutti i portatori della linea di sangue. Sono rimasto qui perché sapevo che sareste arrivati…”. Disse sfoderando un sorriso un po’ sciocco.
Xavier si accorse subito che l’aura intorno a lui era diversa. Soprattutto la sua linea di sangue, la cui incredibile pressione gli aveva imperlato la fronte di sudore. Il suo corpo gli suggeriva in continuazione di lasciarli tutti lì e scappare.
“Sei stato via per così tanto tempo, dove ti eri cacciato?” disse Bobbi fissandolo. Sembrava cambiato, ma allo stesso tempo lo stesso di sempre.