CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI
CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI

Capitolo 1140

– Proclamazione

Quando Anya vide Barbara la volta successiva, la santa stava lanciando un incantesimo di guarigione su un vecchio servo.

Si trovavano in una roccaforte nascosta che apparteneva alla Famiglia Bane, a nord. C’erano pochi poteri lì concessi a servi e schiavi dal loro signore, Fagus Bene, e quel vecchio apparteneva sicuramente a uno di quei servi. La sua schiena era curva a causa di tutto il lavoro a cui era stato sottoposto e i suoi vestiti laceri.

Da lui proveniva un odore nauseante, cosa che quasi costrinse Arya ad arricciare le sopracciglia e scappare. Era disposta a giurare che persino le fogne avessero un odore migliore e, oltretutto, il vecchio presentava alcuni tagli disgustosi sulle mani purulente che quasi le provocarono il vomito.

Il Mondo degli Dei non era all’avanguardia per quanto riguardava la medicina e la maggior parte dei preti potevano lanciare incantesimi divini soltanto sui nobili e sui Professionisti d’alto rango. I plebei dovevano sopravvivere alla malattia, mentre i benestanti andavano in cerca di un pozionista. I pozionisti, però, potevano solo preparare alcuni anestetici praticamente inutili, oppure utilizzare guano di pipistrello misto a cenere di canapa per imbrogliare gli altri.

A causa della bassa estrazione sociale di quell’uomo, di norma, sarebbe stato impossibile per lui essere curato. Stava guardando Barbara con occhi imploranti.

“Questa è di due settimane fa. Mi sono accidentalmente tagliato con un coltello di pietra mentre lavoravo, ed è diventata così…”

“Non preoccuparti, il Signore ama noi mortali… Non ti lascerà soffrire in eterno…” Barbara mantenne il suo sorriso gentile mentre lo affrontava, per niente infastidita dall’odore. Una luce divina, brillante scaturì dalle sue mani, mentre un incantesimo di guarigione accarezzava la ferita. Il gonfiore sparì velocemente e la maggior parte del pus scomparve prima che iniziasse a farsi strada un lampo rosso acceso.

“Fatto! Tuttavia, devi mantenere pulito questo braccio. Non fare niente di troppo faticoso per qualche giorno,” lo avvertì Barbara.

“Oh… Siete così gentile… Grazie, sacerdotessa dal cuore d’oro. Posso sapere quale dio servite?” chiese il vecchio in maniera incoerente.

“Il Signore è il maestro dei massacri e della guarigione. Lui è il Dio del Massacro, regna nella vita e nella morte, Kukulkan!” rispose Barbara, seria, voltandosi solennemente quando nominò Leylin.

“Il Dio del Massacro, Kukulkan?” Il vecchio era confuso, non avendo ovviamente mai sentito quel nome prima. Tuttavia, tornò presto in sé, “Solo un dio benevolente potrebbe avere al suo servizio una sacerdotessa come voi. Permettetemi di fargli dono…”

Il vecchio tremò, prendendo alcune monete dalla tasca. Le monete caddero a terra nel momento in cui intravide Arya con la coda dell’occhio, tremante.

“Mia Signora Arya!” Il vecchio si inginocchiò subito, non curante delle monete che rotolavano a terra.

“Mm,” rispose Arya riservatamente. Quando si trattava di un servo che non aveva altre aspettative, se non trascorrere la vita nella roccaforte a servire la sua famiglia, persino una leggera risposta era un grande privilegio. In ogni caso, si ricompose subito e guardò Barbara.

“Le mie scuse, Santa…”

“Il comportamento dei nobili verso i servi è…” Barbara scosse la testa, piegandosi a raccogliere le monete cadute.

“Il Signore vede le tue offerte,” disse mentre metteva via il povero bottino. Strinse la mano al vecchio, “La fede che viene dal profondo dei nostri cuori è il desiderio del Signore. La ricchezza non ha importanza, siamo tutti uguali in termini di anima…”

“Farò in modo che gli sia assegnato un lavoro più leggero e più sicuro, Santa…” disse Anya subito dopo che l’uomo si fu allontanato. Nello stesso tempo, cominciò a lasciar correre liberamente i pensieri, ‘Una santa gentile e benevolente? Bene, meglio avere a che fare con lei che con orchi o selvaggi…’

“Ve ne sarei grata, ma non sarebbe d’aiuto…” Barbara scosse la testa, gli occhi luccicanti di saggezza. Anya capì che la santa di fronte a lei non era così semplice come appariva.

“Possiamo fare qualcosa solo per salvare le persone di fronte a noi oggi. Tuttavia, ce ne sono molte nelle stesse condizioni che i nostri occhi non scorgono, troppe. Da sole, non possiamo aiutarle tutte…”

Gli occhi di Barbara brillavano, “Certo, è bello che riceva un tale trattamento da voi. Nostro Signore spesso ci dice che il successo nasce dalle piccole cose…”

Barbara guardò Anya con un mezzo sorriso, i suoi occhi saggi sembravano andare oltre l’apparenza. “Mi è stato riferito dal capo Fagus che voi sarete il mio responsabile delle comunicazioni. D’ora in poi vi disturberò…”

“No, no… É un onore per me poter servire la Santa!”

“Bene!” Barbara sollevò il mento di Anya con un dito. Ebbene, sembrava davvero entusiasta!

“Non voglio ancora passeggiare e sono un po’ stanca. Che ne dice di un bagno?” Propose Barbara.

Sebbene fosse inusuale fare il bagno di giorno, Anya non fece domande. Nonostante si sentisse un po’ a disagio, condusse Barbara nell’immensa area destinata al bagno.

C’era una statua di marmo che raffigurava un servo chino in segno di rispetto, con un vaso tra le mani. L’acqua scendeva dal vaso, una grande quantità di vapore copriva l’immensa, bianchissima piscina simile a giada.

Il corpo di Barbara, vigoroso e nel pieno della gioventù, scomparve nella piscina, prima di fare un cenno ad Anya.

“Vieni…”

“Hmm? Io?” Anya si sentì disorientata, ma il suo corpo si mosse quasi involontariamente in avanti…

……

Dopo il bagno, Anya indossò un vestito lungo e largo, con ancora alcune gocce di acqua sulla pelle setosa. Era più bella che mai, ma c’era un’espressione perplessa sul suo viso.

D’altro canto, era piena di vita mentre trascinava Anya verso un’altra zona della piazza.

“Sorella Barbara!” “Sorella Barbara!” Alcuni bambini nel bel mezzo dell’allenamento, corsero via. A quel punto, l’aura di Barbara cambiò ancora una volta; mentre li salutava con affetto, era come una sorella maggiore e gentile che viveva da quelle parti.

L’enorme differenza fece sentire Anya come in un sogno, lasciandola un po’ confusa.

“Questi sono…” chiese in automatico.

“Pecorelle sperdute che i guerrieri del Signore hanno trovato lungo la strada…” Barbara accarezzò la testa di un bambino, guardando in direzione di un demone che li guidava, “Come vanno i compiti?”

“Vanno piuttosto bene. Questi bambini sopportano la fatica. Vegeta, in particolare, è il più incredibile dal punto di vista dell’apprendimento delle tecniche di battaglia e di come leggere…” A sentire ciò, un traccia d’orgoglio comparve sul viso del bambino che Barbara stava accarezzando.

“Ben fatto!” Il sorriso di Barbara si addolcì ulteriormente.

“Ma…” L’istruttore parve esitare.

“Cosa c’è? Vai avanti.” Barbara aggrottò la fronte, ma ciò non sembrò diminuire la sua bellezza; piuttosto, sembrò aumentarla, facendola apparire più delicata. Tuttavia, l’istruttore tremò, come se avesse paura di qualcosa.

“C’è un bambino… che non capisce affatto le lezioni… e ha un fisico debole…”

Anya comprese, da un lato, la situazione. La Chiesa del Serpente Gigante accoglieva orfani, addestrandoli per la manodopera in diverse aree. Un bambino senza alcun talento sarebbe stato probabilmente inutile, in futuro.

“Qual è il suo nome?” Barbara seguì lo sguardo dell’istruttore e trovò una figura minuta, accovacciata in un angolo. Sembrava quasi voler scomparire tra le ombre.

“Lonce… credo? Dovrebbe essere questo il suo nome…” Rispose l’istruttore, incerto.

“Come puoi trattare qualcuno di cui non sei soddisfatto in questo modo?” Barbara guardò l’istruttore, “Fa’ venire Amik, cambierai lavoro.”

L’istruttore non osò contraddire la santa furiosa. Si inchinò e andò via senza proferire parola.

“Lonce! É il tuo nome, vero?” Quando Lonce sollevò lo sguardo, fu come se avesse visto un essere di luce. I raggi santi che lei emanava la fecero apparire elegante e accogliente.

“Credo tu abbia un talento eccezionale! Non disperare per un fallimento momentaneo…” Barbara diede un colpetto gentile alle guance di Lonce, facendo sì che il rossore del volto si estendesse al collo.

“Ma…” Lonce sembrava sul punto di piangere.

“Se non riesci a sopportarlo, allora prega. Il Signore ti darà coraggio…”

Lonce digrignò i denti. Solo così riuscì a impedire alle lacrime di sgorgare dagli occhi.

Ad Anya e agli altri Barbara apparve come la santa perfetta. Aveva avvicinato Lonce con la mano splendente della redenzione, facendolo uscire dall’ombra. Il bambino auto-commiserevole sembrò divenire sempre più splendente, con il coraggio di affrontare il mondo intero.

‘Che strano… Perché all’improvviso la penso così?’ Anya si pulì le guance, realizzando all’improvviso, ‘Il potere dell’influenza… Mi hai affidato un compito estremamente difficile e terrificante, Padre…’

CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI

Commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Options

not work with dark mode
Reset