CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI
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Capitolo 1180

Doron alzò il capo, guardando il pesante cielo scuro. Dei corvi giravano sopra di lui, come un preagio di morte.

Una forte pestilenza si era abbattuta sulla città appena dopo la morte di Old Holdman. Si diceva che fosse la maledizione di un mago malvagio, lanciata appena prima che morisse. Non importava quanto Doron non volesse crederci, era ormai innegabile che la peste avesse compiuto una vera e propria strage. Anche il suo migliore amico Mitch era morto, mentre lui fu salvato sull’orlo della morte dal ritorno del Sacerdote Rockefeller.

“Grazie, Padrone Ilmater, per aver concesso il ritorno del Sacerdote Rockefeller e aver rimosso da me questa maledizione…” Pregò piamente.

Se non fosse stato per il ritorno del sacerdote del paese, sarebbe già nell’aldilà. Credeva che questa dovesse essere stata la volontà del Signore! Se non fosse stato per lui, perché il sacerdote sarebbe dovuto tornare e guarire tutti dalla peste senza ricevere nulla in cambio?

In un certo senso, rimpiangeva di doversi allontanare dal suo paese natale, dalla sua casa.

“Ascoltate, nel nome di tutte le chiese… Tutti gli abitanti del Villaggio della Foresta Nera dovranno trasferirsi nel paese di campagna e aspettare lì i prossimi ordini…” Annunciò un cavaliere.

Doron guardò attorno al suo carretto. C’erano alcuni abitanti in giro che portavano pesanti borse, raggruppandosi come formiche.

Era il volere del signore e la ragione del ritorno di Rockefeller. Tutti i fedeli di Ilmater dovevano essere trasferiti nei paesi rurali, era un ordine che faceva presumere a Doron che il feudatario sarebbe andato su tutte le furie non appena l’avesse scoperto. Ci sarebbero state abbastanza case lì per far vivere tutti quanti?

Rockefeller promise che ce ne sarebbero state a sufficienza. Come i piani per migrare iniziarono, fu data la priorità agli abitanti della città rispetto a quelli del paese.

“Wuu… Signore, guardate il mio grano prima… È cresciuto così bene… Lasciate che Old York lo mieta prima di andarsene…”

“No vuol dire no, vuoi per caso disobbedire agli ordini del Padrone?” Il cavaliere in armatura diede un calcio al contadino dall’irritazione.

In verità, anche il cavaliere trovava gli ordini del padrone piuttosto strani. Dopotutto, anche la sua magione e le due terre erano lì. Infatti, questa decisione era stata presa dallo stato e dalla chiesa, che avevano promesso di rimborsarlo per le sue perdite. Se non fosse stato per quello, non avrebbe mai ascoltato i loro ordini.

‘Dovrebbero ridarmi almeno il doppio delle terre che possiedo ora!’ pensò il padrone, risoluto. Perdeva la pazienza a vista d’occhio, diventando a volte violento con gli abitanti, rimproverandoli o frustandoli se era di cattivo umore.

“Uno per uno, dovete essere controllati dal sacerdote…” L’intero villaggio era sommerso da carretti, con abitanti di ogni ceto e di ogni età. Rockefeller aveva portato con sé altri sacerdoti ed accoliti, che insieme a lui controllavano la salute di ogni cittadino che presentasse febbre o tosse.

Coloro diagnosticati o sospettati di aver contratto la peste furono messi in quarantena, mentre le persone che erano state lasciate andare furono date medicine che, a detta dei sacerdoti, avrebbero dovuto repellere la peste.

La paura di una nuova epidemia di peste era abbastanza forte da far emigrare gli abitanti. Se qualcuno avesse voluto rimanere di sua spontanea volontà dopo tutti gli interventi, né ai padroni né ai sacerdoti sarebbe più importato a quel punto.

“Padre, i numeri sono questi. Più di mille su 4382 abitanti sono morti e 2900 di loro desidera lasciare il paese.” Un accolito portò a Rockefeller una pergamena su cui erano stati scritti quei dati. Aveva degli occhiali tondi in volto che gli davano una connotazione quasi comica, nonostante la serietà con cui aveva consegnato la pergamena.

“Quasi tremila fedeli, huh? Molto bene, continuate così!” Rockefeller annuì, soddisfatto. Guardò la strisciante coda di persone, pensando, ‘Questi fedeli al Signore devono essere spostati in un posto sicuro!’

Dopo una discussione nella Sala Celestiale, gli dei diedero la priorità alle loro chiese di far migrare i propri fedeli nei loro regni divini. Separarono i fedeli in base agli dei venerati e il loro smistamento si rivelò un processo davvero complicato, che mise in difficoltà gli dei stessi. Spostamenti di così grandi dimensioni avrebbero richiesto secoli.

I Magi non avrebbero permesso un processo così lento. Le pestilenze continuavano ad abbattersi sul primo piano materiale, devastando la terra e mietendo innumerevoli vite. Dopo diverse discussioni gli dei decisero semplicemente di delineare alcune aree e spostare tutti quanti lì.

Paesi come il Paese della Foresta Nera con un solo culto erano semplici da spostare, motivo grazie al quale furono i primi ad essere spostati. Rockefeller fu mandato indietro al villaggio per fargli finire un compito.

“Perché, sacerdote Rockefeller, perché… Sono devoto al Signore, ma i miei figli mi sono stati strappati… Perché?” In quel momento, davanti al sacerdote Rockefeller si inchinò un uomo anziano in lacrime e dai vestiti stracciati.

“Come ti sei permesso!” I sacerdoti e gli accoliti delle chiese si infuriarono. Dire una cosa simile ai quattro venti era considerata blasfemia!

“Abbi fede… L’onnipotente dio vuole il nostro superamento di questi tempi difficili…” Rockefeller fece cenno ai soldati di andarsene, dirigendosi verso l’anziano, “Un’appropriata misura di agonia è sempre necessaria… Il nostro Signore è buono e generoso, sicuramente perdonerà questo tuo piccolo errore…”

Rockefeller era un vero sacerdote e possedeva la posizione più alta. La sua parola era legge.

“Oh… Dio, ho peccato…” L’anziano dai capelli bianchi pianse ancora più forte, scuotendo l’animo di Doron, facendogli provare un profondo dispiacere.

Quel piccolo corpo piegato era una cosa che non riusciva a togliersi dalla testa. Scosse il capo e proseguì sul suo carretto. In quel momento, giunsero alle sue orecchie le parole di Rockefeller.

“Questo tormento non è qualcosa che gli dei hanno dato agli uomini. È l’inizio della fine.”

“La fine?” Doron rimase stupito ed inconsciamente sussultò.

“Malattia, guerra, carestia, morte… Sono questi i presagi che la chiesa profetizzò tempo fa…” Una strana luce sembrava risplendere sul volto di Rockefeller, facendolo sembrare ancora più beato.

“La fine del mondo si sta avvicinando rapidamente, i mali di mondi stranieri si sono infiltrati nel nostro. Solo il più pio dei fedeli otterrà la salvezza, quindi la vita eterna nel mondo divino degli dei…”

La dichiarazione di Rockefeller sulla fine del mondo era una constatazione preparata dalla chiesa per un lungo periodo di tempo. Lo scenario descritto fece rabbrividire Doron.

Perciò la peste che si era appena abbattuta su di loro non era la fine ma solo l’inizio di essa. Sotto l’influenza di quella dichiarazione, insieme alla minaccia delle pestilenze e della morte, anche gli spiriti liberi obbedivano agli ordini degli dei.

Il discorso di Rockefeller continuò, “Questi mali penetreranno nella nostra terra e mieteranno tutto ciò che abbiamo. Vita, carne e spirito… Questi perpetratori di morte, questi tristi mietitori… Sono chiamati Magi!”

Dopo diversi millenni, l’argomento scomodo dei Magi ricominciò a circolare di nuovo per il Mondo degli Dei un’altra volta. Il Secondo Tramonto era già in vista!

……

Il Castello Nero della Contea era ad un solo giorno di viaggio a cavallo dal Paese della Foresta Nera. Era dove Mitch aveva lavorato come servitore alla chiesa di Mystra, un luogo che Doron aveva già incontrato. Quando Doron vide le alte pareti di calcare, tirò un sospiro di sollievo. Non si sarebbe mai aspettato che quel viaggio sembrasse così lungo.

Si guardò attorno esitante, notando gli altri compaesani stanchi e sfiniti. Alcuni di questi si erano feriti ed altri sembravano scampati ad un disastro.

La processione debole di persone non ce l’avrebbe mai fatta in un solo giorno. Persino Doron stesso aveva gettato via molti suoi oggetti. Con il trambusto della migrazione, molti banditi avevano provato a derubarli lungo la via. C’erano troppi pochi soldati e sacerdoti per poterli proteggere tutti.

Un bandito aveva attaccato proprio Doron una volta, e fu un’esperienza che il carpentiere non volle più sperimentare per il resto della sua vita.

“Possiamo spostarci verso il regno divino del Signore ora che siamo qui e ottenera la vita eterna?” La risoluzione di Doron durò tanto a lungo grazie alle costanti lodi di Rockefeller sul regno divino. Comunque, scoprì velocemente che le sue speranze erano destinate a non realizzarsi.

*Bang! Bang! Bang!* C’era un gran numero di truppe attorno ai muri della città, ognuno di loro portava una lancia con sé, cosa che intimorì i paesani.

“Ascoltate! Ci sono troppe persone in arrivo quindi dovrete mettervi in fila. I nobili hanno la priorità, poi verranno i paesani dal ruolo più importante. Riguardo il resto, aspettate fuori dalle mura…” Molti soldati gridavano ordini in groppa ai loro cavalli, galoppando attorno al gruppo.

Erano presenti davvero troppe tende fuori dalla città ora, che facevano sembrare l’accampamento un grande campo profughi. I sacerdoti si facevano vedere di tanto in tanto, lanciando incantesimi o per fornire medicine. Delle chiese provvisorie brillavano di luce aurea, proteggendo l’area attorno alla città

Le chiese proteggevano le persone dalle pestilenze. Senza di loro, con le basse difese immunitarie di questi rifugiati e il loro alto numero, un’epidemia avrebbe potuto sterminarli e rovinare i piani divini.

“Bene, allora… Prima i nobili…” Il carro del signore entrò lentamente nella città, mentre Doron guardava da fuori. Non sapeva perché ma sentiva che le fiamme nel suo cuore ardevano ancora più vigorosamente.

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