– Accordo Tacito
Alla fine della frase, la voce di Belinda era rotta dal pianto.
Leylin la guardava parlare singhiozzando, e non riuscì a proferire parola. ‘Bene, non credevo che le mie capacità attoriali potessero avere un effetto del genere. Forse le suggestioni mentali l’hanno influenzata troppo?’
Comunque, doveva tenere un profilo basso, e non poteva stare insieme a Belinda e rischiare di attirarsi guai. La bellezza di quelle due sorelle avrebbe portato il caos ovunque.
E come poteva Leylin mettere se stesso in pericolo, sapendo che lo avrebbe fatto?
“Diventare mercenari? E come potremmo permetterci l’affitto e la vita nella città santa, in quel caso? Soprattutto nel caso della famiglia Stewart, non è che ci si possa separare da loro così, solo perché è quello che vuoi tu. Siamo contro una famiglia che ha influenza su ogni anfratto della città, cosa possiamo mai fare?”
Leylin non poteva far altro che giocare la parte del realista, abbattendo freddamente le speranze di Belinda.
“Nick, sei cambiato! Non eri così prima!” Quelle parole crudeli spensero Belinda, che guardava Leylin con un’espressione intontita.
“Non sono cambiato, ho solo accettato la realtà dei fatti! Va’ ora!” disse Leylin scuotendo la mano con apparente impazienza, in preda nello stesso momento a violenti colpi di tosse.
“Oh, no!” Belinda si fece avanti e spostò il palmo di Leylin, scoprendo finalmente il sangue che tossiva.
“La tua energia vitale! Come ha fatto a indebolirsi così? Perché hai tutti questi sintomi? Che ne è della tua forza? È scomparsa?”
L’energia vitale di Leylin era in continuo degrado, e pur mantenendo lui lo stesso aspetto si infiacchiva inesorabilmente. Rispetto a com’era prima, sembrava di paragonare una candela a una torcia.
“È solo la ferita di una vecchia avventura, non è niente di che!” Leylin non tentò di nascondere la realtà – non che ce ne fosse modo.
Era per questo che aveva cercato in ogni modo di evitare scontri: con la sua forza in calo costante, provocare ostinatamente nemici formidabili non poteva essere che stupido.
“Lo sapevo, hai paura! Hai paura di dare un fardello troppo grande a me e Sophia!” Al contrario, le sue condizioni portarono Belinda a unire i puntini.
“Hai paura di diventare un fardello per me? Non importa, sono sicura di poterti curare!” Dopo aver guardato a fondo negli occhi di Leylin, Belinda scomparve nella luce lunare.
Leylin rimase in piedi senza parole. “Davvero le è venuto in mente qualcosa? Non sembra proprio il caso, comunque…”
Se era così che Belinda voleva vederla, a lui non avrebbe fatto alcun male. Ci pensò un po’, ma poi decise di non esporsi.
“Ora… è molto probabile che con l’apparsa del Sovrano dell’Ingordigia, la struttura della città santa sia cambiata drasticamente…” Non appena fu scomparsa all’orizzonte, Leylin raccolse di nuovo l’innaffiatoio e tornò a curarsi minuziosamente dei boccioli nell’aiuola. La sua espressione era pacifica e serena, e sembrava non curarsi del mondo esterno.
In effetti era proprio così. Il secondo giorno, con il ritorno di Aegnis gravemente ferita arrivò anche un’altra notizia: nei pressi della città santa erano apparse bestie imbizzarrite contaminate dall’ingordigia!
La Dama Sibilante le aveva già scoperte ed aveva attuato la purificazione, ma a causa dell’interferenza di Belzebù i suoi piani non sarebbero chiaramente andati a buon fine.
La purificazione che aveva attuato in precedenza, però, aveva sortito comunque alcuni effetti: almeno Aegnis era riuscita ad aver salva la vita, nonostante le gravi ferite che le avevano inferto, gettando nel terrore assoluto alcune guardie serpente.
Stando al suo rapporto, alcuni serpenti giganti contaminati dall’ingordigia si erano già infiltrati in città, e le popolazioni mezzaserpe che abitavano nei dintorni avevano subito ingenti perdite.
Tutti i membri della sua squadra erano sfortunatamente deceduti, ingoiati da quelle belve insaziabili finché di loro non era rimasto più nulla.
Dopotutto, rispetto al cibo ordinario, la carne delle specie superiori di serpente era ricca di energia, specialmente quella dei serpenti di alto rango. Era probabilissimo che potessero diventare bersagli di quelle bestie ingorde!
“Bestie ingorde” le aveva chiamate Aegnis, definizione che fu subito dopo adottata per distinguerle dalle altre specie di serpenti giganti.
Qualsiasi creatura, contaminata dal potere dell’ingordigia, sarebbe piombata in un terribile stato di fame in cui non gli importava cosa stesse mangiando. Tutte le bestie di quel tipo erano dette “bestie ingorde”.
La città santa e la famiglia Stewart tennero in enorme considerazione quel rapporto, preparando sia i soldati a difesa della città che un’enormità di scorte. Dichiararono che la città santa era sotto legge marziale, e rilasciarono missioni in buona quantità per mercenari e avventurieri per dare la caccia alle bestie ingorde che avevano invaso la città.
In poco tempo tutte le Pianure del Serpente erano apparentemente in preda a un’attività imprevedibile, una scena caotica che si diffuse a macchia d’olio su tutto il Continente delle Grandini.
Ciò che i cittadini non sapevano, però, era che la situazione si sarebbe protratta identica molto a lungo. In un breve lasso di tempo, poi, le bestie ingorde avrebbero scavalcato qualsiasi calamità naturale e artificiale esistente per diventare la più grande minaccia alla sopravvivenza.
………
Il tempo volò via, e in un batter d’occhio era passato un anno.
“Fratello Nick! Sophia è qui per vederti!” Simile a una Belinda più giovane, Sophia spalancò la porta ed entrò. Indossava un abito da caccia e sembrava esuberante ed eroica, straripante della vitalità della gioventù. Leylin era un po’ invidioso a guardarla.
“Sophia, sei venuta!” salutò lui sorridendo, ma scuotendo la testa dentro di sé.
Aveva raggiunto un tacito accordo con Belinda, ma a quanto pare Sophia non ne sapeva un granché. Non solo: nessuno dei due avrebbe potuto dirle nulla, perché, con la sua scarsa intelligenza, impossibile per lei tenere segreti.
Quindi, nonostante Belinda avesse smesso di far visita a Leylin, Sophia si ricordava ancora di lui e di tanto in tanto passava a trovarlo.
“Fratello Nick, non ti sei ancora ripreso dalla malattia?” Sophia si avvicinò a Leylin, chiaramente preoccupata: era evidente che ormai lui fosse irrecuperabile. Il suo aspetto non era molto diverso, ma sulla fronte e sul dorso delle mani aveva delle rughe. La sua forza fisica diminuiva di continuo, dando un’idea di quanto debole fosse.
“Cough cough… è tutto a posto! Cough…” Leylin prese un fazzoletto bianco e si coprì le labbra. La sua schiena, alta e dritta in passato, ora sembrava essersi leggermente ingobbita.
“Guardati, come puoi dire di star bene? Stai usando la Fonte della Vita che sorellona Belinda ti ha mandato?”
“Certo!” sorrise lui, raccogliendo l’innaffiatoio.
Versò sul terreno un’acqua di fonte bianco latte dalla ricca fragranza.
I boccioli nell’aiuola erano diventati alberelli, e dopo essere stati innaffiati le loro foglie verde brillante sembravano ancor più piene di vita.
“Oh! È davvero cresciuto così tanto, questo alberello?”
Sophia era un po’ sorpresa. “Ma… fratello Nick, perché stai dando la medicina all’alberello? È malato anche lui?”
“No. A essere onesti, gli serve più che a me…” Leylin aveva un’espressione profonda, ma interruppe la spiegazione. Prese, invece, una zappa da giardinaggio e si mise gentilmente a picchiare sul terreno per rimuovere le erbacce, come un giardiniere provetto.
Sophia sembrava abituata a quel comportamento; si sedette accanto a lui e iniziò a parlare da sola.
“Di recente, la Calamità dell’Ingordigia si è fatta ancora più seria! Sorella Aegnis dice che molte guarnigioni hanno subito gravi perdite, e che il fronte per un periodo ha raggiunto il Lago Falce Crescente, non molto lontano dalla città santa. Ci sono ancora parecchi serpenti giganti contaminati, e nemmeno le famiglie Serpente di rango 6 si salvano. Metà delle Pianure sono occupate da bestie ingorde…
“Come se nelle Pianure non ci fossero già pochi posti abitabili, molte persone stanno iniziando a scappare dalla città, il che complica le cose per sorella Aegnis…
“E sorella Belinda, invece, accetta missioni di continuo ultimamente. Si dice che lo faccia per scambiarle con il Cristallo di Luce Sacra di grado più alto, e a quello scopo ha accettato una missione pericolosissima per cui partirà domani…”
“Oh!” Per un attimo la mano di Leylin si arrestò, ma riprese poi il lavoro. Capiva in parte la situazione di Belinda: accettava senza sosta missioni nella città santa, tutto per scambiare i suoi contributi con dei materiali pieni di energia vitale che avrebbe poi inviato a lui.
Non che gli fossero di grande utilità certe cose, altrimenti con i suoi metodi non avrebbe avuto necessità di vivere recluso in quel posto.
“Il Cristallo di Luce Sacra?” chiese scuotendo la testa: quel tipo di cristallo era pieno di energia vitale, e aveva ottimi effetti di purificazione e soppressione di varie malattie; si diceva fosse il materiale di rango più alto di cui il Continente delle Grandini disponesse, e anche per un rango 4 come Belinda ottenerlo non sarebbe stato facile.
Ancor più importante, non sarebbe servito a nulla date le sue condizioni attuali, ma di sicuro avrebbe avuto un effetto molto migliore sul Seme della Saggezza.
*Bang! Bang!* In quel momento si udì un tonfo sordo. “Ispezione!”
“Ah…” disse Leylin al sentirlo, e aprì la porta. “Entrate, signori, prego!”
Al guardare quel nutrito gruppo di guardie irrompere maleducatamente, Sophia parlò: “Ci sono troppe persone. A Sophia non piace. Ci vediamo, fratello Nick!”
La ragazzina salutò e uscì, e poco dopo anche le guardie la imitarono, premurandosi di spiegare che non erano assolutamente lì per ispezionare la casa ma per ricordare e avvertire della loro presenza.
Leylin non poté far altro che ridere amareggiato.
Durante quell’anno, prendere in prestito il nome della famiglia Stewart e di Thomas gli aveva fatto comodo, ma Sophia era ancora un bel grattacapo. Leylin si era accorto di quanto insofferente Thomas fosse diventato quando Sophia aveva iniziato a fargli visita spesso.
“Ah… Belinda non sta controllando sua sorella, eh?” Sì massaggiò le tempie, rassegnato.
Aveva l’orribile presentimento che, se avesse scoperto il sentimento affezionato di Sophia nei suoi confronti, i buoni rapporti che era riuscito a costruire con Thomas sarebbero crollati. Tuttavia, dopo vari tentativi non era ancora riuscito a tenerla lontana da sé.
Temeva che la posizione che ricopriva nella mente di Thomas potesse finire riconsiderata, da strumento qual era allora a qualcosa al pari di un rivale d’amore o concorrente.
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Capitoli della settimana: 6/9
Trad: Kido
Edit: UncleFatty
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