CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI
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Capitolo 996

– La Santa

Minacciati da un’imminente morte, dinanzi a quei serpenti diabolici che avevano ucciso il loro spirito ancestrale, i nativi si arresero sottomettendosi al nemico. Nonostante la presenza di qualche contaminazione sconosciuta, il grande e incontrollabile potere della fede si riversò presto nel corpo di Leylin attraverso l’Intreccio.

“La riverenza si trasforma in fede….” Nel raccogliere quel nuovo potere, Leylin riuscì a farsi un’idea migliore sulla via degli dei.

Il contratto tra dei e mortali, fungeva solo da base della divinità. L’altro importante requisito era la riverenza. Se perduta, era solo questione di tempo prima che il potere della fede si trasferisse su qualcun’altro. Omicidio e morte erano i modi più efficaci per ottenerla e controllarla!

La fede di questi nativi, però, è incompleta…’ Percepì che la contaminazione era ad un livello molto alto, che avrebbe minacciato i suoi stessi poteri divini, portandolo a una terribile distruzione; Leylin sorrise ‘Com’è possibile che la mia quintessenza venga contaminata così facilmente?’

*Buzz!* Delle rune rosso scuro si arrampicarono sul corpo di Leylin. L’Occhio Incubo in mezzo alla fronte si aprì ed iniziò ad assorbire la contaminazione e a raffinarla in purissima forza onirica.

‘La forza onirica è sicuramente la più accomodante rispetto agli altri poteri…’ Leylin annuì compiaciuto.

Grazie alle sue abilità da Stregone e al suo Corpo Assorbi Incubi, sarebbe riuscito ad assorbire la fede di quei nativi con una certa facilità.

“Tuttavia, ho bisogno di tempo per elaborare correttamente tutto questo…” Attraverso l’Intreccio, Leylin riusciva a sentire le emozioni tra loro legate dei suoi devoti, e l’instabilità della loro fede. Eppure, quello era solo l’inizio, aveva ottenuto tutto ciò grazie all’omicidio di pochi esseri. Era soddisfatto del risultato ottenuto.

‘Ciò che conta sono le altre più grandi tribù. La prossima volta devo cambiare strategia…’ A Leylin vennero in mente le competenze acquisite nel mondo precedente. Sangue e lacrime dimostrarono ancora una volta che la guerra non avrebbe mai cessato di esistere. Non importava quanto si lottasse per la pace, qualcuno avrebbe comunque colpito il nemico al momento peggiore.

Il solo modo per sconfiggerli era l’uso della forza, uccidendo costantemente i loro uomini fino all’assimilazione completa. Esistevano anche modi poco ortodossi di affrontare la cosa, ma furono superati senza troppa difficoltà.

Semplice, era solo un mondo dove ‘cane mangia cane’!

Se Leylin fosse stato un semplice capo, avrebbe deciso di uccidere tutte le tribù. Dopotutto, era già svantaggiato in termini di numero. Non importava quanto fossero stati assimilati, anche i più piccoli gruppi causavano grossi problemi alle comunità, figurarsi in una tale situazione ove i numeri erano stati ribaltati.

L’aquila calva degli Stati Uniti d’America aveva ottenuto la sua gloria con il sangue, il sudore e le lacrime. Ad ogni modo, in funzione del proprio essere divino, Leylin doveva adottare un approccio diverso.

Gli dei andavano oltre l’umanità. Elevatisi a un simile regno, la loro visione delle cose non era più limitata a quella di un umano. In possesso di vita eterna, il conflitto tra tribù era per loro una vera banalità.

In poche parole, sarebbe stato disposto ad utilizzare, tutto il potere della fede, incompleto, venuta da quei nativi, pur di eguagliare il potere degli dei. Si sentiva perciò assolto da tutti i conflitti tra tribù, concentrandosi solo sul potere della fede. Più erano le persone che lo veneravano e fornivano lui il potere della fede, più gloria avrebbe ottenuto.

Persino un nativo sarebbe riuscito a diventare un chierico, o addirittura un vescovo! Finchè erano devoti e pregavano con pietà, naturalmente.

Leylin ricordò un famoso proverbio, che usava dire nella sua vita precedente ‘Tutto ciò che c’è tra cielo e terra non è che un cane randagio.’

Nonostante l’esistenza di diverse opinioni, Leylin sapeva che tutti venivano trattati dai divini in egual modo, senza pregiudizi. Almeno quello era l’approccio adottato dagli dei di quel mondo.

Ciononostante, la vera mancanza di pregiudizi, poteva essere attribuita soltanto alle diverse Volontà del Mondo. Startegicamente parlando, finchè la maggior parte della sua fede veniva da pirati e diavoli devoti, Leylin avrebbe continuato a favorirli. Tuttavia in futuro, una volta conquistata l’Isola di Debank, avrebbe dovuto affidarsi al potere della fede di quest’ultima. Le gerarchie sarebbero state decise in un secondo momento.

Reclutare dei nativi per farne dei preti o dei santi, era un qualcosa di pratico e necessario, che dimostrava l’uguaglianza di tutti, dando speranza. Leylin spostò la sua attenzione al campo in cui si stavano compiendo gli ultimi atti di guerra, usando il suo senso divino.

La battaglia continuava, ma non tutti i nativi venivano intimiditi dalla paura dei loro cuori. Quando il passaggio di fede era forzato, gli ‘eroi’ si intensificavano di volta in volta. Che si trattasse di uomini o donne, di giovani o vecchi, la sola somiglianza stava nell’incrollabile determinazione che colmava i loro occhi e nello spirito da martire.

I pirati mozzarono le loro teste, il sangue fresco si riversava sul campo da battaglia, intimorendo ancor di più i nativi. La belle donne che non si arrendevano erano un motivo in più per ostentare la loro virilità, mentre uccidevano vecchi e piccini.

Isabel non li fermò. Il passaggio da una fede all’altra doveva essere innescato dallo scorrere del sangue fresco, e coloro che non si sarebbero conformati agli altri, nemmeno superficialmente, sarebbero stati uccisi. E se la fede non gli fosse venuta dall’anima, sarebbero scomparsi in carne ed ossa.

Prima che gli uomini si civilizzassero, eliminavano con molta facilità quei problemi di cui non s’era trovata soluzione. Con il progredire della cultura, quel metodo fu abbandonato. Tuttavia, le leggi della giungla ancora prevalevano sul Mondo degli Dei, e persino in terraferma.

‘Non vi saranno più spine che spuntano ovunque, ma ve ne saranno alcuni che si conformano solo in apparenza. Stanno tramando qualcosa..’ Leylin rise tra sé. Come diceva il proverbio, ci si abitua a stare in ginocchio. Una volta giuratagli fedeltà, sarebbe riuscito a conquistare la loro fiducia per poi consolidarla in futuro.

I problemi ignoti erano di facile risoluzione. Un essere divino come lui non era capace di distinguere l’inganno dalla vera riverenza. Quei seguaci non avrebbero mai scalato la gerarchia, e mostrati i primi segni di ribellione, sarebbero stati immediatamente giustiziati.

Premiandoli generosamente quando se lo meritavano o punendoli terribilmente quando gli voltavano le spalle, Leylin li avrebbe completamente convertiti, rendendoli irremovibili nella loro devozione.

‘Solo che non ho abbastanza tempo…’ Leylin scosse il capo.

In quel momento, diversi chierici in abiti neri invasero il campo da battaglia, rassicurando i nativi come fossero agnellini spaventati. “Dimenticate i falsi dei in cui avete creduto e riponete la vostra fede nel nostro Signore. Anche la vostra famiglia potrà godere della salvezza ottenuta voi dalla vostra prudente scelta.”

La minaccia alla loro vita li rese vulnerabili in molti aspetti. Tiff lo capì da sé, avendo inviato i seguaci a calmare i nativi senza alcuna istruzione. Grazie alle dolci parole di quelli, molti più nativi giurarono fede a Leylin, il quale consolidò il suo legame con l’Intreccio ancor più di prima.

Una ragazzina nativa guardò Tiff, i suoi occhi tradivano il suo reale timore. “Se…se scelgo di credere nel vostro dio, mio padre sarà salvato?”

Tiff sorrise dolcemente, e si inginocchiò “Chi è tuo padre? Dove si trova?” Chiese alla ragazza dalla pelle di un giallo pallido e dai capelli scuri. Vi erano tracce di fango e carbone sul suo viso.

“Lui…lui è un coraggioso guerriero della tribù. È morto oggi sulla riva…” disse la ragazza, timidamente.

“Certo.” Tiff le accarezzò i capelli “Il Nostro SIgnore ha padroneggiato il dominio del massacro. Tutte le anime morte sotto il suo cospetto, possono indubbiamente essere salvate. Se giuri fede…”

“Allora, voglio credergli!” La ragazza s’inginocchiò dinanzi la statua, con profonda sincerità; così tanta che iniziarono a comparirle sulla fronte lividi e sangue.

“Onnipotente vescovo, so dov’è andato un gruppo di guerrieri della tribù, compreso il loro capo. Sono in un buco di montagna a Bakala.”

I nativi iniziarono ad agitarsi, sconvolti dal tradimento della piccola. La sua serenità sorprese persino Tiff.

“Molto bene, sarai ricompensata!” Tiff guardò un seguace a lato, il quale riferì ai comandanti le importanti informazioni. Guardò con affetto la bambina, cercando di trovare una ricompensa da offrirle.

Prima di poterlo fare, però, una luce dorata brillava sulla statua del Targaryen. Il potere indusse tutti ad inginocchiarsi inconsapevolmente.

“Onnipotente Signore…”

Un’aura divina sembrò prendere vita sotto la luce santa e un fascio di essa entrò nel corpo della ragazzina nativa.

“Sei gentile ma determinata, sarai benedetta!” La luce dorata avvolse il corpo della ragazza, lasciandole un segno sulla fronte.

Quando la luce si affievolì, Tiff guardò solennemente la fanciulla. “Come ti chiami?”

“Sono Barbara! Barbara Morui.” disse la ragazza.

“Hai ricevuto la benedizione del Dio Serpente Alato. Da ora in poi, sei la santa della nostra chiesa.” Tiff sollevò la ragazza sulle spalle: “Che il Serpente Alato sia sempre con te!”

“Kukulkan! Kukulkan!” I numerosi seguaci urlavano con un improvviso fanatismo il nome divino di Leylin.

Al contempo, quello scenario, con Barbara alzata al cielo, risvegliò la speranza dei nativi. Leylin sentì il potere della loro fede riaccendersi e la loro fiducia farsi più solida.

Trad: XiaoLing

Edit: myriam

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