CERCASI TRADUTTORI E VOLONTARI CHE ABBIANO VOGLIA DI AIUTARE A CARICARE I CAPITOLI
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Capitolo 997

– Ricatto

‘Creare delle congregazioni è davvero un ottimo modo per regolare un culto…ecco perché le chiese del mio passato preferivano celebrare il culto in giorni prestabiliti della settimana…’ Leylin, che aveva superato i suo pregiudizi, scosse il capo.

Era solo questione di tempo, prima che le tribù dell’Isola Chihuahua si schierassero dalla sua parte. Era convinto che Tiff avesse capito le sue intenzioni, ritenendolo capace di comprendere e sfruttare il valore di una santa.

Risolte tutte quelle faccende, Leylin spostò il suo sguardo sull’Isola di Debank. Non ebbe il tempo di conquistare tutte le tribù dell’Isola di Chihuahua. Dovette conquistare le poche più grandi, per sviluppare la sua stessa divinità e poter diventare un semi-dio, prima di poter affrontare il Regno di Sakartes.

Occupatosi degli affari interni, erano già in corso i preparativi per un nuovo round di battaglie.

‘Non si tratta soltanto di sottomettere le tribù ed eliminarle. Il tentativo di conquistare i nativi, deve comprendere morte e malattia.’ Per riuscire a vincere nonostante lo scarso numero di uomini, fu costretto a prendere in considerazione quei due aspetti.

Se non fosse stato per la segretezza dal mondo esterno, Leylin avrebbe inviato degli uomini a chiedere aiuto alla Dea della Peste. Grazie alla sua appartenenza all’allineamento malvagio, sarebbe stata indubbiamente felice di dar loro una mano.

‘Non pensarci neanche, scoprirebbero che posso assorbire la fede dei nativi. Tanto vale farlo da solo.’ L’orgoglio di Leylin cresceva. Da Magus qual’era, non gli sarebbe stato difficile creare una nuova epidemia, se solo ci avesse dedicato un po’ di tempo. Inoltre, essere uno Stregone della linea di sangue gli permetteva di crearne una molto infettiva e mortale, capace di eliminare l’intera tribù.

Pur non dovendo ricorrere ad operazioni così estreme, doveva farli spaventare per bene. Qualsiasi tribù l’avesse affrontato, avrebbe contratto la malattia. Così la gente sarebbe morta in continuazione, il solo modo che avevano per salvarsi era di giurargli fede. Quanto potere ne sarebbe scaturito?

Anche se alcuni chierici usufruivano della magia per resistere alla malattia, quanto erano scarsi i comuni mortali? Con la loro ridotta collocazione incantesimi, sarebbe stata una prodezza anche solo salvare la nobiltà.

D’altronde, i loro dei erano solo degli spiriti legati alla terra o, nella migliore delle ipotesi, dei semi-dei. I loro incantesimi divini erano al massimo di rango 5, e il numero di lanci possibili era inferiore rispetto a quello di un vero dio. E quella era una delle principale limitazioni.

Conquistata l’Isola di Chihuahua, l’esercito di Leylin riuscì finalmente ad avvicinarsi all’Isola di Debanks. Grazie al sussidio delle navi da guerra, i contrattacchi dell’Isola di Debanks non avrebbero rappresentato una grande minaccia. Se anche avessero scoperto Leylin e preso le più efficienti linee d’azione, non sarebbero mai riusciti a cacciarlo.

Inoltre, l’Isola di Chihuahua era ora una costante fonte di forniture belliche, di guerrieri e soprattutto di potere della fede. I nativi che Leylin portò a bordo, furono liberati e usati come traduttori e mediatori, che aiutavano il suo governo.

Anche se esistevano incantesimi da chierico di alto livello, come per esempio Padronanza Lingua, i seguaci a terra non potevano usufruire di molte pergamene incantesimo. Gente come i traduttori, era di fondamentale importanza.

Naturalmente, quella era solo la prima ondata, molto presto sarebbe stata introdotta una nuova civiltà, grazie alla comune lingua parlata nel continente. Era così che funzionava il colonialismo, Leylin si era limitato a prendere in prestito le conoscenze della sua vita passata. Tuttavia, invece di raccogliere risorse, stava raccogliendo il potere della fede…

Un’altro mese passò. Due quinti dei pirati che Leylin aveva preso con sé erano ora feriti, ora strateghi che gestivano le operazioni sul campo. Prese sul ponte i tremila rimasti per dirigersi verso l’Isola di Debanks e il vero impero dei nativi.

Erano tremila contro un milione! Suonava del tutto assurdo, ma in seguito agli episodi precedenti, l’equipaggio aveva riposto in Leylin la massima fiducia. Quella fervida devozione era necessaria al fanatismo. Leylin credeva che una volta portati i pirati in quella inconcepibile guerra, i sopravvissuti si sarebbero senza alcun dubbio trasformati in fanatici.

Vicini all’Isola di Debanks, Leylin ordinò a tutte le navi di fermarsi. Come se stesse aspettando qualcosa.

Riteneva che tutte le sue truppe fossero di estremo valore, perciò avventurarsi nell’oscurità sarebbe stato troppo pericoloso. Stando al suo piano, la mossa successiva sarebbe stata una facile vittoria senza il minimo sforzo.

*Zoom!* Cinque clessidre e una figura rossa che veniva dall’orizzonte, atterrarono sul ponte di Leylin.

“Eccolo qui, come pianificato.” Isabel era nella sua forma draconica. Squame color porpora riempivano il suo corpo e le sporgevano dalla schiena un paio di grandi ali rosse. Le sue pupille erano sottili e in posizione verticale, caratteristica tipica dei dragoni.

Isabel sembrava essere in uno stato miserevole. Le squame sulla sua schiena erano leggermente storte.

“Cos’è successo? C’è qualcosa che non va?” Leylin sollevò la mano e un incantesimo arcano di guarigione coprì il corpo di lei. Una grande quantità di squame spezzate si rigenerò.

“Mentre stavamo saccheggiando gli altri, siamo stati scoperti e poi perseguitati da uno spirito totem. Ma è stato come hai detto tu. Si è allontanato automaticamente dalle tribù…” Isabel sembrava stare meglio e gettò sul ponte un nativo privo di sensi.

Il nativo catturato era in abiti luminosi. Le sue guance rosee e la sua splendida pelle, indicavano che era cresciuto in un ambiente ottimale e che possedeva almeno pari poteri del capo dell’Isola di Chihuahua.

“Ottimo! Rinchiudetelo sul fondo della nave e assicuratevi che non muoia. Così potremmo minacciare la tribù e chiederò loro un riscatto…” Leylin mosse la mano e diede l’ordine, due pirati arrivarono subito dinanzi a lui, per portare di sotto il capo nativo privo di sensi.

“È davvero un piano brutale. Ci cadranno?” chiese Isabel. Tiff non aveva nessuna intenzione di interrogarlo sulla faccenda, come se le parole di Leylin fossero vangelo, ma nonostante la sua imponente aura divina, Isabel era comunque sua cugina.

“Chi lo sa?! A provare non si sbaglia…” Leylin scrollò le spalle, come se ci fossero grandi probabilità che il piano funzionasse.

I nativi erano sciocchi, ignoranti e ingenui, proprio come nelle Americhe del suo mondo precedente. I colonialisti occidentali avevano ottenuto innumerevoli ricchezze mediante estorsione e inganno.

Anche se la situazione non era la stessa, i nativi celebravano cerimonie sacrificali per gli spiriti totem e per i pezzi grossi, quali sommi preti. Avevano anche un sistema di potere divino e regale. Quel capo possedeva sicuramente qualche discendente o funzionario fedele, no? In ogni caso, Leylin aveva già deciso. Se non avesse funzionato, avrebbe ucciso il prigioniero e catturato un sommo prete o qualcosa di simile.

Ma fortunatamente, sembrava che la tribù non avrebbe sopportato la morte del capo. Dopo che Leylin inviò un messaggero, la controparte arrivò in fretta e furia. Una grande ondata di nativi, sopra decine di canoe, raggiunse la nave delle Tigri Scarlatte, nelle acque costiere stabilite.

I pirati sul ponte, guardarono le canoe con disprezzo. Ai loro occhi, anche solo un piccolo schizzo d’acqua della loro grande nave avrebbe affogato l’intero esercito, rovesciando le barche ed uccidendo gli uomini a bordo.

Non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso. Qualsiasi provocazione o tentativo di attaccare le canoe di quei nativi, avrebbe comportato uno spietato contrattacco.

Tutto ciò, perché avevano visto una luce dorata! Luci dorate in ogni canoa! Furono trascinati sul ponte utensili domestici di un oro giallo brillante ,come anche grandi pepite d’oro, come riscatto per avere indietro il loro capo! Quei colori scintillanti suscitarono subito l’interesse dei pirati e comparve nei loro volti un’espressione di avidità.

Non era forse questo il motivo per cui erano diventati pirati? E avevano lottato con la vita, contro le navi militari e mercantili, sulla linea di confine dei pericolosi e profondi mari esterni?

‘Anche se non è molto, raggruppati assieme sono piuttosto vistosi…’ Leylin sapeva che, in realtà, l’Isola di Debanks non possedeva una grande quantità di oro.

Oro e argento erano la moneta di scambio della terra ferma, lì invece lo erano i chicchi di cacao o l’ossidiana. L’oro era usato solo per decorazione. Se il messaggero di Leylin non l’avesse specificatamente richiesto, avrebbero portato come riscatto un mucchio di ossidiana. I nativi capirono che avrebbero potuto riavere il loro capo, consegnando una gran quantità di inutili decorazioni, usate soltanto per mettere in risalto la propria ricchezza.

Leylin si grattò il mento, mentre osservava i messaggeri dei nativi strisciargli davanti. Dal loro punto di vista, quella grande nave era come un’alta montagna, non molto diversa da un miracolo inimmaginabile.

“Potenti esseri dalla pelle chiara, che attraversate i mari e possedete alte e grandi navi, ho portato ciò che volevate. Vi prego, lasciate andare il nostro capo. Da qui in avanti, avrete anche l’amicizia della nostra tribù…” disse un prete di un certo status. Leylin non ebbe difficoltà a capirlo.

Diventato un semi-dio, sarebbe stato capace di capire qualsiasi lingua, solo grazie all’istinto.

Il prete mostrava una certa vigliaccheria dinanzi a lui.

“Ho visto il riscatto, ma non è abbastanza…” Leylin volle imprimere la sua valenza sulle menti dei nativi “Un re può essere liberato solo da un altro re. Puoi vedere il tuo capo. Dopo di che, dovrai dichiarare guerra alla tribù vicina di Angodub. Fate prigioniero il loro capo, e riavrete il vostro!”

Trad: XiaoLing

Edit: myriam

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